Emoderivati inattivati dagli agenti patogeni per i pazienti pediatrici: sicurezza del sangue, sicurezza del paziente o entrambi?

Nei decenni passati si è assistito a un importante miglioramento della sicurezza dei prodotti emoderivati grazie a un approccio multi-sfaccettato che include l’accurato screening del donatore di sangue, la maggior sensibilità dei test per le malattie infettive, e il miglioramento delle tecniche di produzione dei prodotti derivati dalla lavorazione del sangue. Il rischio residuo attuale di trasmissione virale si aggira quindi tra 1-2/1milione di unità trasfuse.
La riduzione degli agenti patogeni (PR), detta anche inattivazione dei patogeni (PI), è un termine onnicomprensivo che comprende molte metodiche diverse, come l’attivazione fotochimica o il trattamento con solvente/detergente (S/D), che possono essere applicati agli emoderivati immediatamente dopo la raccolta conferendo un’ampia protezione contro molteplici agenti infettivi. Molte di queste tecniche sono ugualmente efficaci contro diverse classi di agenti patogeni come virus, batteri o parassiti. Tali metodiche agiscono avendo come bersaglio il genoma del patogeno o le loro membrane cellulari.
Poiché i bambini sono una popolazione molto vulnerabile che spesso non è in grado di fornire il consenso informato ai vari trattamenti, gli enti di ricerca istituzionali richiedono ulteriori misure di salvaguardia per proteggere i loro interessi. Questi vincoli rendono però più difficile includere i bambini negli studi sperimentali, questo è avvenuto anche nel caso degli studi riguardanti la sicurezza degli emoderivati dopo in trattamenti di inattivazione dei patogeni. I dati riguardanti l’uso di sangue e derivati nei pazienti pediatrici sono quindi molto limitati..
Rispetto agli adulti, bambini e neonati possono essere particolarmente a rischio di complicazioni post-trasfusionali a causa del loro ridotto volume sanguigno, del loro sistema immunitario ancora immaturo e della loro suscettibilità ai disordini metabolici causati dagli additivi. Questa particolare popolazione è inoltre a rischio di effetti a lungo termine a causa della loro lunga aspettativa di vita e dello sviluppo neurocognitivo in atto al momento del trattamento. L’utilizzo di nuove metodiche che riducono il rischio di trasmissione di agenti patogeni che potrebbero causare gravi sequele in caso di somministrazione di sangue o emoderivati è sicuramente un aspetto positivo per la popolazione pediatrica e permette di utilizzare su di essa questi presidi farmacologici con maggiore tranquillità.
L’adozione di nuove metodiche per la sicurezza degli emoderivati è stata più lenta negli Stati Uniti rispetto ai paesi dell’Unione Europea. Poiché gli Stati Uniti e altre Paesi stanno ora contemplando l’aggiunta di prodotti a ridotto rischio di trasmissione patogena nei loro prontuari, dovranno contestualmente essere implementati i consensi informati sull’utilizzo degli stessi. Nel caso dei pazienti neonatali sottoposti a fototerapia in cui sono sconsigliate elevate dosi di prodotti con particolari tipi di additivi, i servizi trasfusionali dovranno essere capaci di fornire i prodotti per tutte le categorie di pazienti, utilizzando due tipi di prontuari diversi.
Nel tentativo di conoscere il numero di bambini e neonati che hanno ricevuto prodotti sottoposti ad inattivazione per la riduzione del rischio infettivo, la BEST Collaborative sta conducendo uno studio sull’esperienza internazionale delle nazioni che hanno implementato il loro utilizzo. La speranza è che questo studio porti alla luce una rappresentazione più ampia dell’utilizzo nei bambini e lattanti dei prodotti emoderivati inattivati, della loro sicurezza ed efficacia, che attualmente non è disponibile in letteratura.


Transfusion. 2018 Sep

Pathogen-inactivated blood products for pediatric patients: blood safety, patient safety, or both?

Jacquot Cyril, Delaney Meghan.