Numerosi patogeni virali possono essere trasmessi attraverso il sangue. La maggior parte dei virus,  infatti,  si diffonde nell’organismo ospite trasportato dal circolo  ematico (viremia) per raggiungere il suo organo bersaglio. Il grado di sicurezza trasfusionale garantito dall’azione combinata della selezione clinico-anamnestica dei donatori volontari, periodici e non remunerati, e dei metodi sierologici e di amplificazione genomica per lo screeening delle infezioni trasmissibili è in questo momento molto elevato.

Il rischio di trasmissione con la terapia trasfusionale d’infezioni da virus dell’epatite B, dell’epatite C e dell’HIV è progressivamente diminuito nel corso degli ultimi decenni grazie all’introduzione di numerose strategie di prevenzione. La fase finestra, cioè il divario temporale che va dal momento del contagio a quello della sieroconversione, durante la quale un donatore infetto può avere una viremia elevata in assenza di segni e/o sintomi d’infezione, è, infatti, stata notevolmente ridotta dall’azione combinata delle misure sopra ricordate.