Nuova terapia epatite C

Aggiornamento nuova terapia per l’epatite C e rischi cardiovascolari

L’introduzione dei farmaci antivirali diretti (DAA) ha perfezionato una nuova terapia nel trattamento dell’epatite C (infezione da HCV), garantendo elevatissimi tassi di risposta (circa 95%), pressochè in tutte le tipologie di pazienti: naive e già trattati con le precedenti terapie a base di interferone, con fibrosi più o meno avanzata, con coinfezione HIV. Anche il profilo di sicurezza appare eccellente, la nuova terapia per l’epatite C presenta pochi eventi avversi, in genere non gravi.
La nuova terapia per l’HCV però, presenta scarse informazioni su alcuni aspetti di sicurezza molto importanti, quali il rischio di eventi cardiovascolari e tromboembolici. Il tema è di particolare interesse alla luce dei dati che dimostrano un aumentato rischio di eventi trombotici nei pazienti affetti da epatopatia cronica evolutiva e in caso di pazienti con comorbilità o fattori di rischio cardiovascolare.

La ricerca per la nuova terapia contro l’epatite C

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Varese, con la collaborazione di colleghi italiani e olandesi, ha condotto perciò una revisione sistematica dei dati disponibili in letteratura sugli eventi vascolari arteriosi e venosi riportati nei pazienti arruolati in trattamento alla nuova terapia contro l’epatite C con DAA nei trials randomizzati (RCT) di fase 3, identificando gli studi pubblicati su Pubmed fino ad ottobre 2015. I risultati di questa analisi, inerenti la nuova terapia contro l’epatite C e recentemente pubblicati da Internal and Emergency Medicine, sono stati confrontati con i dati riportati negli stessi studi riguardo all’anemia (un outcome di sicurezza prestabilito) e alla cefalea (un comune outcome di sicurezza non prestabilito).

I risultati della nuova terapia contro l’epatite C

Dei 33 RCT individuati, che hanno complessivamente arruolato 14.764 pazienti, solo 13 (39%) e 4 (12%), rispettivamente, riportavano dati su eventi arteriosi o venosi, di qualunque tipo conseguenti alla nuova terapia contro l’epatite C. Tutti gli studi, invece, riportavano anemia e cefalea. L’incidenza di eventi arteriosi risultava dunque pari a:

  • 0.16% (Intervallo di Confidenza – CI – al 95% 0.10–0.24), se si considera tutta la popolazione degli studi inclusi;
  • 0.47% tenendo conto di quella dei 13 RCTs che riportavano i dati su tali eventi;

Allo stesso modo l’incidenza di eventi venosi si può calcolare pari a:

  • 0.03% di tutta la popolazione dei RCT (95% CI 0.01–0.08);
  • 0.22% considerando i 4 RCTs che riportavano dati.

In conclusione, l’incidenza di eventi vascolari/trombotici nei pazienti con infezione da HCV in trattamento con la nuova terapia contro l’epatite C sembra bassa, ma non si può escludere che sia sottostimata o comunque non attendibile, in quanto solo una parte degli studi, molto ridotta in particolare per gli eventi venosi, riporta dati su questo tipo di complicanze.


Intern Emerg Med. 2018;13(5):775-790.

Direct-acting antiviral drugs for chronic hepatitis C and risk of major vascular events: a systematic review.

Tamborini Permunian E, Gervaso L, Gerdes V, Moja L, Guasti L, Squizzato A.