Aggiornamenti emergenza Zika virus: le molteplici modalità di trasmissione

La recente rapida diffusione dello Zika virus (ZIKV) nel Sud America ha creato crescente attenzione e preoccupazione per i numerosi casi di sindrome di Guillain-Barrè e di anomalie congenite spazio-temporalmente associate all’infezione. In aggiunta a tutte le implicazioni epidemiologiche della pandemia in America Latina, il numero di casi affetti continua ad aumentare e si stima possa raggiungere i 4 milioni nel corso del 2016. Questi dati hanno fatto ipotizzare (e documentare con vario grado di evidenza) molteplici modalità di trasmissione dell’infezione, sulle quali si focalizza l’editoriale di recente pubblicato su Annals of Clinical Microbiology and Antimicrobials (Marzo 2016). Lo ZIKV è un patogeno zoonotico, naturalmente e sperimentalmente ospitato in primati non umani. Le scimmie Rhesus potrebbero essere in habitat naturali la fonte dell’infezione umana, successivamente trasmessa, attraverso il morso delle zanzare ‘Aedes aegypti’ (molte altre specie sono comunque implicate) di scimmie infette, ad ospiti umani suscettibili. L’infezione da ZIKV è, dunque, principalmente una malattia a trasmissione vettoriale, sebbene le modalità di trasmissione transplacentare e perinatale possano verificarsi. Lo ZIKV è stato isolato nei neonati, nella placenta e nel cordone ombelicale, oltre che in gestanti attraverso tecniche di amplificazione del genoma virale (RT-PCR). Fino ad ora, invece, non vi è stata alcuna segnalazione della presenza del virus nel latte materno.

Oltre alla via materno-fetale, sono stati riportati casi di trasmissione sessuale, ed anche la diffusione attraverso trasfusioni di sangue, trapianto di organi od esposizione in laboratorio è stata documentata od ipotizzata. Lo ZIKV è stato, infatti, isolato, oltre che nel sangue anche in altri liquidi biologici dei pazienti infetti, quali la saliva umana, il liquido seminale e le urine, con tempi di eliminazione differenti e ancora da definire. In due recenti report, ad esempio, il virus è stato ritrovato nelle urine di un paziente a 14 giorni dall’infezione, mentre, in un altro caso, il riscontro nel liquido seminale è avvenuto a distanza di ben 62 giorni. Altro aspetto emergente di questa zoonosi è la possibile trasmissione attraverso i morsi di scimmie e di altri primati non umani. La figura allegata, tratta da questo Editoriale, riassume efficacemente le molteplici possibili vie di infezione, quella legata all’artropode vettore e le numerose altre indipendenti da questo.

A proposito di queste ulteriori potenziali vie di trasmissione, vi segnaliamo la lettera apparsa su Lancet Infectious Diseases del 3 Marzo scorso, in cui si descrive il caso di un uomo di 32 anni, la cui infezione da ZIKV è stata identificata a Gennaio di quest’anno nell’Ospedale Universitario di Tolosa, dopo il rientro dal Brasile e dalla Guyana Francese. Il paziente è guarito completamente in pochi giorni, ma nei campioni di sangue, urine e sperma raccolti 2 settimane dopo la diagnosi continuava ad essere determinabile con metodiche di amplificazione una significativa carica virale. In particolare, la quota presente nello sperma era 100.000 volte superiore a quella ritrovata nel plasma o nelle urine più di 2 settimane dopo l’esordio dei sintomi. Le ragioni di tale differenza sono sconosciute; forse, il virus può replicare specificamente nel tratto genitale maschile, creando un particolare ‘reservoir’ e rendendo conto della possibile trasmissione sessuale. La durata dell’escrezione non è nota, ma potrebbe persistere per molti mesi, come accade per il virus Ebola (fino a 7-9 mesi).

La protratta presenza dello ZIKV nel liquido seminale rappresenta una problema di grande impatto epidemiologico, in relazione alla possibile teratogenicità del virus stesso. Va infatti considerato che più dell’80% dei pazienti infetti sono pauci- o a-sintomatici, rappresentando un enorme serbatoio potenzialmente responsabile della trasmissione infettiva. Le gestanti nelle aree ad alta circolazione dello ZIKV, quindi, dovrebbero proteggersi non solo dalle zanzare, ma anche dal seme potenzialmente infetto dei loro partners (almeno durante la gravidanza). Infine, la presenza del virus nel seme maschile (e potenzialmente nel liquido follicolare femminile) dovrebbe essere considerata per rivedere i protocolli in uso per la preservazione o conservazione dei gameti. In sintesi, lo ZIKV è primariamente una malattia vettoriale (principalmente, ma non solo, attraverso la zanzara ‘Aedes aegypti’), ma le modalità di trasmissione secondarie (materno-fetale, sessuale, trasfusionale, a mezzo dei trapianti o di primati non umani) devono essere considerate per adottare le opportune strategie di controllo e di comprensione del suo reale impatto sulla salute umana.

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Fig. 1. Modalità di trasmissione dello Zika virus


The expanding spectrum of modes of transmission of Zika virus: a global concern.

Rodriguez-Morales AJ, Bandeira AC, Franco-Paredes C. Ann Clin Microbiol Antimicrob. 2016 Mar 3;15(1):13. doi: 10.1186/s12941-016-0128-2.

Zika virus: high infectious viral load in semen, a new sexually transmitted pathogen?

Mansuy JM, Dutertre M, Mengelle C, Fourcade C, Marchou B, Delobel P, Izopet J, Martin-Blondel G. Lancet Infect Dis. 2016 Mar 3. pii: S1473-3099(16)00138-9. doi: 10.1016/S1473-3099(16)00138-9. [Epub ahead of print]