COVID 19 E SICUREZZA DEL SANGUE

Tutti ricordiamo la sindrome respiratoria acuta grave (SARS) nel 2002-2003 e le risposte affrettate per escludere la possibilità di trasmissione trasfusionale. Queste posizioni sono state prese di fronte all’incertezza e  alla natura esplosiva e senza precedenti della epidemia, in assenza di alcun evidente metodo di controllo e lasciando domande aperte piuttosto che risposte certe. La stessa situazione si è poi ripresentata 10 anni dopo con un altro coronavirus zoonotico (CoV), chiamato virus della sindrome respiratoria MiddleEast (MERS). Ancora una volta, ci troviamo attualmente di fronte a una simile, ma molto più estesa, diffusione di un nuovo coronavirus. A causa della sua relazione con SARS-CoV, il nuovo CoV del 2019 è stato designato come SARS-CoV-2 e la malattia associata COVID-19. Non siamo a conoscenza di alcuna prova a dimostrazione della trasmissione trasfusionale di SARS-CoV o MERS-CoV, né siamo attualmente a conoscenza di alcuna evidenza relativa alla trasmissione trasfusionale di SARS-CoV-2. In questo numero di “Transfusion Medicine”, il Dr. Lunan Wang e i suoi colleghi hanno esaminato le pubblicazioni relative questi nuovi coronavirus, fornendo informazioni che, sebbene non del tutto rassicuranti, dovrebbero fornire un aiuto materiale per un razionale  processo decisionale con l’evolversi dell’epidemia. Domande chiave  devono essere poste per determinare se è necessario un intervento relativo la sicurezza del sangue. Il principale quesito è, ovviamente, se il virus è trasmissibile o meno per trasfusione e, se lo è, se esiste un periodo asintomatico ma viremico, che potrebbe rappresentare un rischio per i destinatari della trasfusione. Anche quando si eseguono indagini su agenti di malattie infettive emergenti che rappresentano una potenziale minaccia per la sicurezza trasfusionale, non si può prevederne l’evoluzione o il potenziale sviluppo di epidemia, e ci vuole molto tempo per rispondere alle domande critiche in modo completo. La revisione di Wang mostra chiaramente che per tutti i nuovi coronavirus si trovano acidi nucleici nel siero o nel plasma e, in un caso, nei linfociti di pazienti con malattia clinica. Anche la trasmissione fecale è stata considerata possibile nel caso di SARS-CoV. Non è chiaro, tuttavia, se queste scoperte stabiliscono l’infettività del sangue. Rimane inoltre sconosciuto se c’è viremia prima della malattia clinica o durante l’infezione asintomatica. E se fosse verificata la presenza di viremia, si tratterebbe di  una quantità sufficiente per provocare l’infezione umana e, in tal caso, a quali condizioni? Uno studio di Hong Kong, tuttavia, suggerisce che potrebbe verificarsi un’infezione asintomatica con SARS-CoV. Al momento della stesura, non è chiaro se SARS-CoV-2 possa essere trasmesso dai pazienti con infezione pre-sintomatica o asintomatica. Nel contesto degli interventi da adottare, Wang fornisce un’ utile sintesi dell’efficacia dell’attuale tecnologie utilizzate per limitare i titoli di coronavirus. Esamina inoltre le misure preventive adottate dalle organizzazioni di raccolta di sangue in Cina. Queste includono: misurazione della temperatura corporea; domande di screening per sintomi o potenziale esposizione; raccolta attiva delle informazioni post-donazione; tracciabilità e richiamo del prodotto dove indicato. Più in generale, molti aeroporti già nel mese di febbraio 2020 hanno iniziato a selezionare i viaggiatori attraverso la misurazione della temperatura corporea. Allo stesso modo, nello stesso periodo, la Food and Drug Administration  ha rilasciato in America un documento di “considerazione” (4 febbraio 2020) che suggerisce l’educazione dei donatori e un auto-differimento di 28 giorni per viaggiare verso le aree dell’epidemia, avendo una diagnosi o sospetto di  diagnosi COVID-19 o essendo stati a contatto vissuto  persone positive all’infezione. La domanda nell’era dell’incertezza è se queste azioni abbiano offerto un’ ulteriore sicurezza di fronte a rischi sconosciuti e quali possano essere le azioni più appropriate da intraprendere.

Conclusioni: Lo studio realizzato nella fase iniziale dell’epidemia da Covid 19 analizza le misure di prevenzione adottate in Cina e le ipotesi di possibile trasmissione attraverso il sangue. L’assenza di rischio di trasmissione del Covid19 attraverso trasfusione non può essere garantita e sono necessari interventi adeguati e sorveglianza continua. Inoltre, è bene ricordare l’importanza di garantire la sicurezza dei donatori e del personale nei centri di raccolta sangue .


COVID-19 and Blood Safety: Help with a Dilemma, Transfusion R.Y.Dodd and S.L. Stram;TransfusionMedicineReviewsjournal

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