Emofilia A nelle donne: Considerazioni sulla gestione clinica

Circa il 50% delle portatrici di  Emofilia A presenta livelli di FVIII:C inferiori al 50% e  sono quindi classificate come affette da  Emofilia lieve. Possono presentare manifestazioni emorragiche come menometrorragie, dismenorrea, sanguinamento perimenopausale e complicazioni articolari. Di conseguenza vengono definite portatrici sintomatiche.

In assenza di una storia familiare nota per la presenza di diatesi emorragiche o causa della natura più modesta dei sanguinamenti molte di queste donne possono rimanere  per anni senza una diagnosi. Altro motivo della ritardata diagnosi può risiedere nel fatto che le più comuni manifestazioni emorragiche (menorragia e sanguinamento post-partum) sono comuni anche nelle donne senza disordini emorragici.

In questo lavoro vengono presentati i casi di quattro donne, appartenenti alla stessa famiglia, con presenza, in eterozigosi, dell’inversione dell’introne 22.

I casi presentati confermano che le portatrici di Emofilia A possono presentare un significativo aumento del rischio emorragico nonostante livelli di fattore VIII considerati adeguati. Il fenotipo emorragico, quindi, non può essere previsto in modo sicuro soltanto sulla base dei livello dei fattori della coagulazione. I sanguinamenti si verificano soprattutto in ambito ginecologico, chirurgico e traumatologico.

Uno studio retrospettivo nazionale multicentrico ha dimostrato che le pazienti americane, portatrici di emofilia A o B, erano state diagnosticate in età più avanzata  rispetto ai pazienti di sesso maschile, avevano emorragie articolari simili ai maschi affetti da Emofilia con lo stesso livello di gravità e presentavano una qualità di vita inferiore a causa dell’artropatia.

Sulla base dell’esperienza acquisita grazie ai casi clinici presentati gli autori raccomandano una profilassi per le portatrici di Emofilia, con regimi di dosaggio personalizzati che prendono in considerazione i livelli basali di Fattore VIII:C, i livelli di attività fisica, eventuali condizioni di comorbidità e sintomatologia emorragica che può condizionare la vita quotidiana, come menorragie e danni articolari. In caso di emorragia post-partum  può essere raccomandato un trattamento con F VIII:C fino a 6 settimane dopo il parto.

Gli autori concludono che affermando che, i livelli di fattore, ancorché adeguati, non sono buoni predittori del fenotipo emorragico visto che le donne portatrici di emofilia A possono comunque presentare una aumentato rischio emorragico. Raccomandano una  terapia sostitutiva particolarmente in quelle pazienti che presentano patologie articolari o complicanze ginecologiche. Di conseguenza il servizio sanitario ed
i professionisti dovrebbero fornire adeguata informazione sulle opzioni di trattamento,
sulle attività sportive praticabili e fare formazione in tema di  infusioni. Sono necessari ulteriori studi per aumentare la consapevolezza dell’incidenza dell’emofilia nelle donne e per  revisionare le attuali linee guida per la loro gestione clinica.


Vengono presentati i casi clinici di quattro donne appartenenti alla stessa famiglia portatrici in emozigosi dell’inversione dell’introne 22. Viene dimostrato come il fenotipo emorragico non corrisponde ai livelli di fattore VIII. Sulla base di questa esperienza gli autori sostengono che nelle donne portatrici e con fenotipo emorragico, che spesso vengono diagnosticate in età avanzata, è opportuno considerare la possibilità di praticare la profilassi ovviamente  con dosaggio di FVIII:C adeguato ai livelli basali, consigliare una corretta attività fisica e soprattutto tenere presente il rischio di emorragia post-partum o traumatica.


Acta Haematologica 2019,4

Titolo: Hemophilia A in Females: Considerations for Clinical Management

Autore/i: Bryant P., i Boukouvala A., McDaniel J., Nance D.