Novità nel campo della profilassi della trasmissione di patogeni correlato all’impiego di prodotti emo/plasma derivati nel trattamento dei disordini emorragici

L’impiego di emoderivati per il trattamento dei disordini emorragici continua ad essere gravato da un rischio infettivo non solo teorico; ciò accade, nonostante l’introduzione di raffinate metodiche per la messa in sicurezza dei prodotti, per la mancata specificità e/o sensibilità di alcune di esse e dunque per il riscontro di falsi negativi ai principali test di screening applicati; inoltre  non è trascurabile la mancata disponibilità di tecniche per lo screening di alcuni patogeni noti a cominciare dai prioni ed il fatto che molti agenti infettivi  non sono conosciuti e dunque identificabili; in altre parole un prodotto considerato sicuro da un punto di vista microbiologico non necessariamente lo è anche sul piano clinico.

Numerosi progressi sono stai compiuti, altri restano ancora da compiere; con la scoperta di nuovi agenti si rendono necessarie nuove metodiche per l’identificazione, possibilmente sufficientemente sensibili e specifiche da utilizzare nella pratica clinica e nelle banche sangue, l’esecuzione di test sulla base della provenienza geografica o ai fattori di rischio dei donatori ed una precisa definizione della dose infettiva per ciascun agente. Inoltre è indispensabile la sorveglianza dei pazienti emofilici, come ad esempio previsto dal programma EUHASS, avviato nel 2008, che coinvolge 25 Paesi europei.


Blood Rev. 2016 Jan;30(1):35-48.

Current concepts in the prevention of pathogen transmission via blood/plasma-derived products for bleeding disorders.

Di Minno G, Perno C, Tiede A, Navarro D, Canaro M, Güertler L, Ironside JW