Virus dell’epatite E in donatori di sangue in Inghilterra, dal 2016 al 2017: dallo screening selettivo a quello universale

L’epatite E è una malattia virale acuta, generalmente autolimitante e molto raramente soggetta a cronicizzazione, con caratteristiche cliniche simili a quelle dell’epatite A. Sebbene il burdena livello mondiale è tuttora non noto, si stima che 1/3 della popolazione mondiale sia stata esposta al virus. Si stima inoltre che ogni anno 20 milioni di persone acquisiscano l’infezione causata dal virus dell’epatite E (Hev), che oltre 3 milioni presentino sintomatologia e che ogni anno si verifichino almeno 600 mila decessi associati all’Hev [1]. La distribuzione globale dell’Hev ha andamenti epidemiologici distinti basati su fattori socioeconomici ed ecologici. Nei Paesi in via di sviluppo, l’epatite E si presenta in forma di ampie epidemie diffuse attraverso il consumo di acqua contaminata o contatti persona-a-persona [1]. Al contrario, nel mondo occidentale, mentre in passato l’epatite E era tradizionalmente considerata una malattia associata ai viaggi negli ultimi anni si osserva invece un numero crescente di casi autoctoni segnalati in Paesi europei. Al momento si riconosce che l’Hev è endemico nell’Unione europea [2] e che dei sette genotipi Hev noti per infettare l’uomo (Hev1-4 e Hev7) e gli animali (Hev3-6), i Paesi Ue riportano principalmente infezioni Hev3 autoctone associate al consumo di carne (soprattutto di maiale, poco cotta o non sufficientemente stagionata) [3].

Recentemente è’ stata studiata l’incidenza e l’epidemiologia dell’infezione da HEV nei donatori di sangue inglesi dall’introduzione dello screening nelle donazioni del 2016 [4]. Tra marzo 2016 e dicembre 2017 sono stati analizzati 1.838.747 donazioni di sangue per HEV RNA. Le donazioni contenenti HEV RNA sono state ulteriormente testate per i marcatori sierologici, la quantificazione dell’RNA e la filogenesi virale. I dati demografici, di viaggio e dietetici sono stati analizzati per tutti i donatori infetti. Sono state così identificate 480 donazioni di sangue HEV-RNA-positive durante il periodo di 22 mesi, la maggior parte dei donatori (319/480; 66%) era sieronegativa. La carica virale variava da 1 a 3.230.000 IU/ ml. Tutte le sequenze appartenevano al genotipo 3, tranne uno che probabilmente rappresentava un nuovo genotipo. La maggior parte dei donatori viremici aveva più di 45 anni (279/480, 58%), donatori di età compresa tra 17 e 24 anni avevano un’incidenza sette volte più alta di infezione da HEV rispetto ad altri donatori tra marzo e giugno 2016 (1: 544 donazioni vs 1 : 3.830). I donatori di sangue infetti da HEV erano distribuiti uniformemente in tutta l’Inghilterra. Lo screening ha impedito a 480 donazioni di sangue HEV-RNA-positive di raggiungere l’impiego clinico.

Conclusioni: Lo screening HEV delle donazioni di sangue è un passo fondamentale per fornire sangue più sicuro a tutti i destinatari, ma soprattutto ai soggetti immunocompromessi. I tassi eccezionalmente alti di infezione da HEV nei giovani donatori di sangue possono fornire alcune informazioni sui rischi specifici associati all’infezione da HEV in Inghilterra.

 

  1. (WHO) WHO. Hepatitis E. Fact sheet. Geneva: WHO;.
  2. Adlhoch C, Avellon A, Baylis SA, et al. Hepatitis E virus: Assessment of the epidemiological situation in humans in Europe, 2014/15. Journal of Clinical Virology. 2016 2016;82:9-16.
  3. Aspinall EJ, Couturier E, Faber M, et al. Hepatitis E virus infection in Europe: surveillance and descriptive epidemiology of confirmed cases, 2005 to 2015. Euro Surveill. 2017 06;22(26).
  4. 4. Harvala H, Hewitt PE, Reynolds C, Hepatitis E virus in blood donors in England, 2016 to 2017: from selective to universal screeningEuro Surveill. 2019 Mar;24(10).